CHI SIAMO

Oggi possiamo affermare che quello che era nato quasi per gioco è diventato invece realtà; diverse le promozioni sul campo, tante le soddisfazioni regalate alla società, una soltanto certezza: L’ASD FATER ANGELINI è competitiva sotto tutti i punti di vista, ed affrontare una delle sue rappresentative non è facile per nessuno, qualunque sia la categoria.

"Crediamo che il talento debba essere coltivato seguendo sani principi e allenamenti su misura per i singoli ragazzi"

ASD Fater Femminile:

Nel calcio femminile, l'ardente passione e la volontà di andare oltre i limiti ci guidano verso una vittoria che va ben oltre il campo di gioco”

Affiliazione sportiva con ACF Fiorentina:

"Un futuro radioso per giovani talenti. I colori della Viola ci guidano al sogno di diventare grandi nel calcio."

Partecipiamo annualmente a progetti psicologici per lo sport:

Il progetto promuove l'unità di gruppo e la crescita personale attraverso la formazione di staff tecnico, genitori e atleti, con un focus sulla gestione delle emozioni e la costruzione di una filosofia di squadra. Si forniscono strumenti di comunicazione e metodologie di lavoro comuni per il personale tecnico e si sensibilizzano i genitori sui aspetti psicologici dello sport.

Non ho titoli di studio, tutto ciò che so l’ho appreso dall’esperienza.
Dopo la perdita di mio padre all’età di dodici anni, la mia vita è stata definita dall’Ajax.
Anzitutto dal mio secondo padre, che era l’addetto alla manutenzione dei campi, e poi dai miei allenatori.
Grazie all’Ajax, non solo ho imparato a giocare meglio a calcio, ma anche a stare al mondo.

Ogni volta che ho pensato di potermela cavare da solo, le cose sono andate peggio.
Ma non è questo il punto, fa parte della vita.
Ciò che importa è se impari qualcosa oppure no.

La mia famiglia è stata fondamentale.

Non soltanto i miei genitori, ma anche tutte le persone che mi hanno preso per mano all’Ajax in una fase della mia esistenza molto delicata.
Per me l’Ajax è una famiglia e ha definito ciò che sono, uno che quando si tratta di calcio ha un grande difetto: non riesce a pensare se non ai massimi livelli.
Come giocatore o come allenatore non sono in grado di fare qualcosa a un livello basso.
Riesco a guardare in un’unica direzione: verso l’alto, al meglio possibile.
Questo, alla fine, è il motivo per cui ho dovuto fermarmi.
Non ero più nelle condizioni fisiche necessarie per essere al top.
Allora ho appeso le scarpe al chiodo. Ma poiché avevo ancora qualcosa da dare, ho iniziato a fare l’allenatore.

Ho sempre vissuto con l’obiettivo di migliorare, me stesso e gli altri.
E ho perseguito questo impegno in ogni mia azione.

Johan Cruyff

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